Carlo
Vittorio Testi ha cavalcato il secolo appena concluso passando attraverso
i grandi ideali e le grandi disgrazie collettive della prima guerra
mondiale, l'impresa Dannunziana di Fiume, il Fascismo, Mussolini,
il secondo conflitto mondiale, la ricostruzione dell'Italia democratica,
senza mai abbandonare la sua arte che ha saputo fermare in immagini
i momenti più vivi di questo novecento.
Carlo Vittorio Testi si forma inizialmente presso l'Accademia di
Belle Arti di Bologna, dove, nel campo delle arti grafiche (cartellonistica,
grafica, arti applicate e architettura), grazie all'opera di Alfonso
Rubbiani, prendono vita le prime precoci manifestazioni moderniste.
Attraverso la lezione di Achille Casanova e la Teoria della "Decorazione
Totale", si pone sempre più vicino al pensiero di William
Morris (Arts and Crafts) che vede l'artista - artigiano, in grado
di progettare e realizzare opere e oggetti di matierie diverse in
uno stile coerente e che trae ispirazione dal mondo della natura
e dai modelli del passato. Viene altresì ispirato dal Collamarini,
progettista ed esecutore di vetrate, altari, cancelli e arredi,
ad usare materiali e tecniche assai differenti.
Le
Prime esperienze iniziano alla fine del primo conflitto mondiale,
attraverso la produzione di oggetti d'arredo, grafica pubblicitaria
e ritrattistica. La sua formazione si radica nella cultura modernista
dell'Art Nouveau e a Parigi dove visse tra il 1929 e il 1930, dove
entra in contatto in rapida successione con il Post-Impressionismo,
il Simbolismo, il Cubismo, il Costruttivismo, il Purismo, il Surrealismo,
il vorticismo, senza mai smettere tuttavia l'esercizio di copiatura
del vero, nè il disegno convenzionale della figura umana
in particolare del femminile.
Nella sua arte si fa sempre più evidente il bisogno di un
rigore formale come espressione di una necessità di chiarezza interiore,
così come il continuo riferimento al Rinascimento Italiano.
L'adesione giovanile alle idee mussoliniane lo portò a Roma,
nell'orbita del regime (si vedano le sezioni: manifesti,
grafica 1922-45, copertine)
dove s'occupò di architettura arredamento e opere per il
Ministero Degli Italiani All'estero e della Propaganda Per Il Fascismo.
L'orrore della seconda guerra mondiale spezzò le certezze
di Carlo Vittorio Testi sul Fascismo e lo costrinse ad una ricostruzione
interiore di artista e di uomo. Come artista ha continuato a guardarsi
dentro e a confrontarsi con la natura coniugando antico e moderno.
Approfondimenti
AA.VV.,
Carlo Vittorio Testi - Mostra Antologica, 1990, Comune di Riolo
Terme
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1928 - Tempera
su cartone
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L'Arte
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Autoritratto
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Manifesto
EUR
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Statua
in gesso
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C avaliere
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Il
gigante
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La
figlia del
portinaio
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